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Il 2 giugno festa della Repubblica.


(1 giugno 2011) Ora, per ragioni di par condicio, verrà fuori il solito pirla del PDL a invocare l'istituzione di una festa del Giornale, del Corriere della Sera, del Sole 24 Ore, del Tempo e del Resto del Carlino.


Sola me ne vo per la città.

(30 maggio 2011) Tonto saluta La tizia Moratti, una ricca qualunque, che se ne va, con le sue decine di milioni di euro buttati via in campagna elettorale. L'accompagnano Matteo Salvini, detto bavetta; Maurizio Lupi, detto agnusdei; Red Ronnie, detto diplomato ragioniere (che senza i 105 mila euro di consulenza diventerà digiunato ragioniere); Riccardo De Corato, l'ex uomo forte di AN, detto il vicesindaco-sceriffo, che, sempre metaforicamente parlando, è sinonimo di vicesindaco-pistola; insieme a una sovrabbondanza di famelici ciellini, pre e post fascisti, immobiliaristi, palazzinari, comitati d'affari, "consulenti" succhiasoldi, la Grande Borghesia (che negli ultimi giorni di campagna elettorale ha fatto un club per dichiararsi contro la Moratti: ma dov'era in questi due decenni?), quelli che fuori le BR dalle procure, quelli lungimiranti del Corriere della Sera che "l'opposizione non è pronta" o "l'alternativa gh'è minga".
E che dire dell'ex sindaco Gabriele Albertini? Milano lo ricorda ancora per i segni tangibili del suo passaggio: le voragini dei parcheggi mai realizzati e le orrende fontane (un'ossessione pura) lasciate a secco e trasformate in depositi di rifiuti o in allevamenti di larve. È proprio di Albertini il commento più stralunato all'elezione di Pisapia, affidato, ça va sans dire, al solito Corriere della Sera: "Non è la sinistra che ha vinto, siamo noi che abbiamo perso". Un genio della matematica, l'Albertini. A cui qualcuno dovrà ricordare che, invece, Pisapia ha vinto con il record di voti rispetto ai precedenti candidati della stessa area.
E così sono passati due decenni. Venti anni di amministrazione della destra e della Lega che hanno scassato l'anima a Milano. Qualche mese fa passavo in una piccola strada, via Ciro Menotti, e pensavo proprio agli effetti deprimenti di questi venti anni, dal sindaco leghista ridens Formentini, alla Moratti, la peggiore di tutti, con quell'aria offesa da cerebrolesa maestà, da una e trina, eccetera. Ci pensavo, mentre incontravo un escremento di cane (vedi foto). Che era lì, solitario al centro del marciapiede, eccentrico, scultoreo, un'opera d'arte che, come diceva Popper, è qualcosa di ben diverso dall'espressione di sé. Nel senso che, per me, quella cacca non era l'espressione del cane di un padrone cafone (dalla servitù se cognòss el padron), ma era l'espressione, la sintesi dei vent'anni di quella Milano così male in arnese, da Formentini alla Moratti. Insomma, alla fine quell'escremento non era più un'espressione: era un'impressione.
Questa notte, a Milano festeggiamo la liberazione: l'elezione di Giuliano Pisapia sindaco. Festeggiamo Pisapia, ma non festeggiamo uno: festeggiamo molti, tutti. Festeggiamo noi stessi, la gente finora esclusa. Gente che scenderà nelle piazze e nelle strade. E se capiterà di calpestare qualche "opera d'arte" lascito dell'amministrazione Moratti? Pazienza. Ma cosa volete che sia questa piccola penitenza spalmata nelle suole delle scarpe, in cambio della liberazione? Anzi, se la vogliamo proprio girare in positivo, è anche bene augurante (non lo dice soltanto la psicanalisi: lo dicono i contadini).

Il giorno dopo.

(31 maggio 2011) E la sciura Benza Moratti, com'è stato il day after della sciura Benza? I fans volevano dirle addio in modo, come si dice a Milano, un po' unconventional, insomma volevano salutarla con un'atmosfera giusta, magari una litania, che è molto ton sur ton con lo stile della signora. E siccome il rito ambrosiano non prevede l'Agnus Dei, le hanno intonato l'Agnus Sghei, certamente gradito. Lei ha abbozzato con una impercettibile vibrazione del setto nasale collegato in eurovisione (regia di Red Ronnie) con le adenoidi, e si è allontanata con la bat-mobile blindata, dando un ultimo sguardo, dai finestrini oscurati, a quella Milano ingrata.
Poi la sciura Benza ha voluto parlare al telefono con Pisapia, non tanto per complimentarsi con lui e con i suoi elettori milanesi, ma per lanciare una non troppo velata minaccia: "Moltiplicherò il mio impegno per Milano e per il Paese".
Minchia, che pugile suonato. Il giorno dopo la batosta per knockout, la Moratti mi fa pensare a quella battuta di Beppe Viola...
Il pugile: "Come sta andando?".
L'allenatore: "Se l'ammazzi fai pari".

Riki, Tiki e Tavi